mercoledì 1 ottobre 2008

Innanzitutto i Saluti:
rivolgo un cordiale e sincero saluto di benvenuto a tutti i visitatori di questo blog che nell'intento di chi scrive vuol essere essenzialmente uno spazio di confronto, di dialogo e di comunicazione tra i sociologi italiani e non solo. Uno spazio virtuale, ma che per me rappresenta qualcosa di più: magari un pò la mia casa, il mio studio con i miei libri e le cose più care, il luogo dove potermi incontrare e confrontare serenamente ed in maniera aperta con tanti colleghi ed amici.
Mi presento:
Mi chiamo Francesco Panza, sono un sociologo e lavoro ormai da più di vent'anni nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Sono dirigente sociologo di ruolo presso l'Azienda Sanitaria Locale (ASL) Salerno 1 dove ricopro l'incarico di Responsabile dei Servizi Sociali Territoriali (http://www.aslsa1.it/). Sono docente di Sociologia presso la scuola di Formazione Universitaria delle Professioni Sanitarie della Regione Campania. Mi occupo di programmazione e valutazione socio-sanitaria e di formazione continua in medicina (ECM). Ho svolto e svolgo attività di collaborazione e consulenza per conto di Enti pubblici e privati (Ministeri, Regioni, Comuni, Scuole, Università. Centri di Ricerca...), Organizzazioni profit e no-profit del Terzo Settore. Ho scritto numerosi saggi per riviste specializzate e sono autore e curatore di diversi volumi, tra i quali, Il tuo specchio. Manuale d’informazione socio-sanitaria per l’anziano (Salerno, 1989), Anziani che fare (Salerno, 1990), La valutazione degli interventi di prevenzione del disagio giovanile (Salerno, 1995), Medici di base e tossicodipendenze (Roma, 1998). Sono, inoltre, segretario nazionale del Sindacato Nazionale Sociologi Italiani (SINSI) (http://www.sindacatosociologi.it/). Da anni, con grande determinazione ma anche tante difficoltà, insieme ad altri colleghi del sindacato e di altre Associazioni di sociologi professionali ed accademiche (SISS, AISP, ASC, ANS, SOIS, Trento 62, CONSCOM...) stiamo cercando di promuovere e rilanciare, attraverso tutta una serie di iniziative (culturali, sociali, politico-istituzionali, legislativo-parlamentari, ecc.), la figura professionale del sociologo nella società e soprattutto nel mondo del lavoro, cercando di creare nuove occasioni ed opportunità di impiego per i giovani laureati in sociologia. Il tutto anche alla luce delle recenti normative europee e nazionali che dettano le linee di indirizzo per il riconoscimento giuridico e l'accreditamento delle professioni non regolamentate da Ordini ed Albi Professionali come è il caso della professione del sociologo.
L'iniziativa editoriale: una sfida impegnativa ma anche una opportunità da utilizzare al meglio per il rilancio della professione del sociologo sanitario:
In tale prospettiva di rilancio e promozione si colloca il volume da me curato dal titolo Il sociologo nel Servizio Sanitario Nazionale Italiano. Il contributo innovativo della scienza sociologica nel perseguimento degli obiettivi di salute, che entro il 2008 uscirà per i tipi della FrancoAngeli di Milano nella collana Salute e Società - Sezione Ricerca e Spendibilità - diretta dal Prof. Costantino Cipolla. Il volume, che contiene un' interessante prefazione di Giuseppe De Rita (Segretario Generale del CENSIS), è ricco di spunti, analisi, riflessioni e proposte concrete e consta di circa 500 pagine. Attualmente il libro è in fase di avanzata lavorazione.
Qualche informazione in più sul libro:
Il volume, che si presenta come un manuale ma anche come testo di approfondimento ed analisi, costituisce un utile strumento di conoscenza in tale specifico settore. Il target cui si rivolge è, in primis, rappresentato dagli “addetti ai lavori” del welfare (sociologi, medici, epidemiologi, psicologi, ricercatori, pedagogisti, comunicatori, formatori, assistenti sociali, manager sanitari, dirigenti e operatori del Terzo Settore, Amministratori Pubblici e politici del settore, ecc.). Il libro, inoltre, in relazione agli specifici argomenti trattati ed al taglio divulgativo, può essere fruito, oltre che dagli studenti e dai neo-laureati in Sociologia, Scienze del Servizio Sociale, Scienze della Comunicazione, Scienze dell’Educazione e di discipline affini, anche da un pubblico di lettori più vasto con una formazione ed interessi culturali e professionali più generali e diversificati.
Descrizione sintetica dei contenuti del volume:
1. Nella prima parte dal titolo “Aspetti storici, istituzionali ed organizzativi della sanità italiana” l’autore traccia un identikit aggiornato del SSN italiano descrivendone i principali aspetti istituzionali ed organizzativi. Un’organizzazione che è il prodotto di un lungo, articolato e complesso processo storico-politico che è descritto, dall’autore, nelle sue fasi più significative e peculiari. I capitoli successivi cercano, poi, di fare emergere, attraverso le risultanze scaturite da tre diverse indagini, la situazione sullo stato di salute della popolazione italiana ed il livello di funzionamento dei servizi del nostro SSN. Infine, l’autore, svolge una riflessione sui possibili sviluppi della sanità italiana, prendendo spunto dai temi attuali e dibattuti del federalismo sanitario e dei processi di aziendalizzazione.
2. Nella seconda parte dal titolo “Il contributo teoretico ed applicativo della sociologia sanitaria e della sociologia della salute”, con due capitoli rispettivamente dal titolo “Alcuni dei principali approcci teorico-metodologici della sociologia sanitaria e della salute” e “L’evoluzione della sociologia sanitaria in alcuni contesti occidentali e prospettive di sviluppo della sociologia della salute in Italia”, vengono ripercorse alcune delle più importanti tappe che hanno caratterizzato lo sviluppo, nel mondo occidentale e in Italia, della sociologia sanitaria prima e della sociologia della salute poi. Detti capitoli mettono in evidenza, in particolare, l’impostazione teoretica, epistemologica e metodologica che si riconoscono nei paradigmi culturali e nelle acquisizioni scientifiche della sociologia sanitaria. In Italia, detta disciplina si è sviluppata, a partire dagli anni settanta, presso l’Università degli Studi di Bologna, intorno al pensiero scientifico di Achille Ardigò, fondatore della prima Scuola di Specializzazione e dai suoi numerosi e qualificati collaboratori, in primis da Costantino Cipolla che ne continua, ancora oggi, l’importante opera.La sociologia della salute, allo stato, si caratterizza per una forte impostazione sistemico-relazionale, fenomenologica dei mondi vitali, il tutto organicamente sistematizzato all’interno del paradigma correlativista. Un patrimonio scientifico che, in questi ultimi anni, risulta essersi ulteriormente arricchito, e che rende la scienza sociologica, nel settore della salute, del benessere e degli stili di vita, assolutamente viva ed attuale. Un corpus di conoscenze che evidenzia, in modo chiaro ed incontrovertibile, che il percorso euristico, epistemologico e metodologico di tale disciplina è ancora lungi dall’essersi esaurito. La sociologia della salute ha di fronte a sé importanti compiti da svolgere. Sul tema salute/malattia, ad esempio, occorre osservare come prevalga ancora, sia pure in una forma più attenuata rispetto al passato, una “tangibile separatezza dei saperi” tra le diverse discipline scientifiche e professioni (ad es. tra biologia, medicina, psicologia e la stessa sociologia) che si riflette, inevitabilmente, in maniera negativa sul piano della qualità dei servizi socio-sanitari erogati a favore dei cittadini-utenti. La sociologia, in ragione della sua specificità euristica, metodologica, epistemologica e gnoseologica, tra le diverse discipline, è sicuramente quella in grado di saper leggere ed interpretare in maniera integrata e sistemica la realtà sociale nei suoi articolati e complessi fenomeni. Essa, come mission, si pone il non facile obiettivo di favorire una inter-connessione sinergica tre discipline e professioni diverse, ponendo al centro della sua azione e dei suoi obiettivi la persona, il cittadino, i suoi bisogni ed il suoi legittimo diritto alla salute. In questa prospettiva di cambiamento strategico, si pone la questione di quale contributo può e deve fornire detta disciplina e il sociologo che lavora, oggi, all’interno del Servizio Sanitario Nazionale.
3. Nella terza parte, dal titolo “Il contributo teoretico ed applicativo della sociologia clinica e della socioterapia”, il volume affronta con due specifici capitoli, rispettivamente dal titolo “Dalla definizione della professione di sociologo alla sociologia clinica come riferimento per l’esercizio professionale della sociologia” di Lucio Luison (prematuramente scomparso nel mese di settembre) e “Lineamenti di socioterapia”, di Maurizio Covarelli, alcune dei temi fondanti che caratterizzano lo specifico culturale e scientifico di queste due interessanti ed innovative branche della disciplina sociologica. In particolare, gli autori, mettono in evidenza l’impostazione teoretica, epistemologica e metodologica dei paradigmi culturali e scientifici più attuali della sociologia clinica e della socioterapia. Viene, inoltre, messa in evidenza la forte spendibilità di tali discipline, in campo professionale, nel settore della salute ed in particolare sul versante clinico, terapeutico e della prevenzione.
4. Nella quarta parte dal titolo “ La professione del sociologo, oggi, all’interno del SSN Contributi ed esperienze dirette” il volume si presenta, da questo punto in poi, come un vademecum immediatamente spendibile per l’uso, uno strumento di divulgazione e di comunicazione attraverso il quale l’autore, partendo, come detto, dai fondamenti teoretici e metodologici della sociologia della salute occidentale nelle sue diverse articolazioni, fornisce al lettore utili e concrete informazioni sullo stato dell’arte della professione del sociologo sanitario e sul ruolo che egli svolge oggi all’interno della complessa macchina organizzativa del servizio sanitario nazionale. In pratica si cerca di dare una risposta concreta alle domande di sempre: chi è il sociologo? E soprattutto cosa fa? Si cerca di mettere in evidenza il contributo tecnico-scientifico ed operativo che la scienza sociologica e questa “nuova figura professionale” è in grado di fornire, in termini di “valore aggiunto”, al complesso e delicato sistema dell’organizzazione socio-sanitaria. In questa parte del volume il ragionamento iniziale, a forte base teorica, si trasferisce sul piano più pragmatico “del saper essere e del saper fare ”. In concreto si cerca di comprendere il ruolo del sociologo oggi, a distanza di circa un trentennio, da quando A. Ardigò, C. Cipolla, E. Minardi e tanti altri eminenti accademici, all’indomani della Legge 833/78 istitutiva del SSN, partendo dalle prime timide esperienze concrete, “immaginavano”, parafrasando C. Wright Mills, quale potesse essere il destino professionale del sociologo in sanità. L’autore, prendendo spunto da tali previsioni e ipotesi, molte delle quali rivelatesi addirittura “profetiche”, cerca di capire cosa è cambiato realmente dal punto di vista della professione del sociologo all’interno del SSN.L’autore, con la necessaria cautela metodologica, attraverso la realtà lavorativa quotidiana vissuta e narrata dagli stessi protagonisti intervistati, raccoglie le riflessioni e le testimonianze di alcune significative esperienze professionali maturate e realizzate proprio dai sociologi sanitari in alcuni specifici contesti lavorativi.Un contributo professionale che potremmo definire “ad alto valore aggiunto”, innovativo e sicuramente spendibile ai fini del perseguimento degli obiettivi di salute, di ben-essere e per il miglioramento degli standard di qualità delle prestazioni socio-sanitarie erogate a favore dei cittadini. Il volume, intende dimostrare concretamente, nonostante i tanti problemi che ancora investono la professione del sociologo in sanità ed il suo pieno riconoscimento istituzionale, quanto di positivo sia stato fatto in questi ultimi decenni, sul piano della legittimazione dalla professione del sociologo sanitario e della salute. Un travagliato, difficile e complesso percorso di accreditamento professionale, ancora non conclusosi e che, proprio in questi ultimi anni, sulla base di specifiche indicazioni legislative europee e nazionali, è in una fase di attuazione. Infine un’ultima considerazione: i risultati positivi, sin qui conseguiti dalla professione sociologica, non si sarebbero potuti raggiungere, senza l’importante e determinante contributo fornito dalla sociologia accademica, dalle associazioni scientifiche e professionali e dalla fattiva azione svolta dalle organizzazioni sindacali di categoria.
Attendo vostri graditi commenti su questo ed altri argomenti inerenti la sociologia ed i sociologi.
Rinviandovi ai prossimi aggiornamenti un cordiale saluto a voi tutti
Francesco Panza
tel. 3487391937 vserti@tiscali.it

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Gent. mo Dr Panza ho letto, con interesse il suo post. In particolare trovo estremamente interessante gli argomenti, complessi e variegati, trattati dal suo libro. Ritengo di poter esprimere a riguardo una convergenza con quelli che sono, allo stato, i miei interessi di studio. Sto svolgendo un dottorando di ricerca sociologia presso la faoltà di sociologia dell'Università di Trento. Mi sto dedicando, in particolare, ai temi del federalismo ficale e dei suoi riflessi ed impatti sociali, ancorchè economici, sul sistema dell'offerta dei servizi socio-sanitari e dei livelli essenziali di assitenza sui diversi territori del nostro Paese. Tra i temi affrontati dal volume mi pare di capire sia dato un ampio spazio a tale problematica. Pertanto penso di poterlo utilizzare, appena sarà disponibile, per il mio lavoro di ricerca. Saluti e congratulazione Marco

Anonimo ha detto...

Complimenti per il libro. Finalmente un libro che parla non solo di sociologia ma anche di sociologi.Un libro mi pare da capire dall'indice e dalle parole dell'autore che si prefigge anche l'obietivo di promuovere e favorie lo sviluppo della nostra professione.Una iniziativa lodevole che merita sicuramente il plauso di tutti i sociologi sanitari e non che tengono a cuore le sorti della nostra disciplina e della nostra professione. Giovanni, un sociologo di Gubbio.

Anonimo ha detto...

Gent. mo Dr Panza ho letto, con interesse il suo post. In particolare trovo estremamente interessante gli argomenti, complessi e variegati, trattati dal suo libro. Ritengo di poter esprimere a riguardo una convergenza con quelli che sono, allo stato, i miei interessi di studio. Sto svolgendo un dottorando di ricerca sociologia presso la faoltà di sociologia dell'Università di Trento. Mi sto dedicando, in particolare, ai temi del federalismo ficale e dei suoi riflessi ed impatti sociali, ancorchè economici, sul sistema dell'offerta dei servizi socio-sanitari e dei livelli essenziali di assitenza sui diversi territori del nostro Paese. Tra i temi affrontati dal volume mi pare di capire sia dato un ampio spazio a tale problematica. Pertanto penso di poterlo utilizzare, appena sarà disponibile, per il mio lavoro di ricerca. Saluti e congratulazione Marco

Anonimo ha detto...

Compliment per il blog e soprattutto per il libro che trovo nei contenuti estremamente interessante. Mi auguro, che sia utile per la promozione della nostra professione.
Gianni Cozzolino
Dirigente sociologo Azienda USL Pistoia

Anonimo ha detto...

Ho 23 anni, mi sono laureato in sociologia (3+2) l'anno scorso e sono in cerca di lavoroHo. Ho saputo che il SINSI insieme ad altre associazioni di sociologi come la SISS, l'AISP,l'AIST state creando un Coordinamento per portare avanti le istanze della categorie dei sociologi. Vorrei avere conferna e sapere a che punto siete arrivati. Auguri per il libro che sta per uscire.
Gianluca lauretao l'anno scorso in Sociologia (Volterra)